Uso delle attrezzature di lavoro: Cosa prevede l'articolo 69 del D. Lgs. 81/2008

Webmaster Italiaonline • 16 giugno 2025

Con l’obiettivo di prevenire infortuni e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 dedica un intero capo alla gestione delle attrezzature di lavoro.
In particolare, l’
Articolo 69 introduce le definizioni ufficiali che rappresentano il punto di partenza per una corretta applicazione delle norme tecniche e procedurali.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede la norma e quali implicazioni comporta per i datori di lavoro.

βš–οΈ Cosa dice l’Articolo 69 del Testo Unico Sicurezza

L’articolo 69 fornisce le definizioni fondamentali per l’applicazione delle norme contenute nel Titolo III del D.Lgs. 81/2008, riguardanti l’uso delle attrezzature di lavoro.

Tra le principali definizioni troviamo:

  • Attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto destinato ad essere usato durante il lavoro.
  • Uso di un’attrezzatura di lavoro: ogni operazione che coinvolge l’attrezzatura, inclusi messa in servizio, utilizzo, trasporto, riparazione, modifica, manutenzione, pulizia, disattivazione e smontaggio.
  • Zona pericolosa: ogni zona all’interno o attorno a un’attrezzatura di lavoro dove esiste un rischio per la sicurezza o la salute delle persone.
  • Operatore: il lavoratore incaricato dell’uso dell’attrezzatura.
  • Datore di lavoro: figura chiave responsabile della scelta, conformità e manutenzione delle attrezzature messe a disposizione dei lavoratori.

Queste definizioni sono fondamentali per interpretare correttamente le responsabilità e applicare in modo efficace tutte le norme di sicurezza collegate.

🧰 Perché è importante conoscere le definizioni

Senza una chiara comprensione delle definizioni fornite dall’Art. 69, risulta difficile:

  • Selezionare attrezzature conformi e idonee all’uso previsto;
  • Applicare correttamente i requisiti di manutenzione e formazione;
  • Valutare i rischi specifici associati a ciascuna attrezzatura;
  • Redigere una documentazione coerente, come il DVR, i libretti di uso e manutenzione e i registri di controllo periodico.

πŸ” Quali obblighi derivano dalle definizioni?

Sebbene l’articolo 69 non imponga obblighi diretti, è fondamentale per interpretare quelli contenuti negli articoli successivi (dal 70 al 73), che riguardano:

  • Requisiti minimi di sicurezza;
  • Verifiche periodiche;
  • Obblighi di formazione e informazione per gli operatori;
  • Uso corretto e sicuro delle attrezzature.

Pertanto, conoscere e applicare correttamente l’Art. 69 è il primo passo per evitare sanzioni e tutelare la salute dei lavoratori.

πŸ“‰ Rischi connessi a un uso scorretto delle attrezzature

Una gestione inadeguata delle attrezzature di lavoro può comportare:

  • Infortuni gravi da schiacciamento, taglio, caduta, ustione;
  • Malattie professionali da esposizione prolungata a vibrazioni o rumori;
  • Danni a terzi o all’ambiente di lavoro;
  • Sanzioni penali e amministrative per il datore di lavoro.

βœ… Come mettersi in regola?

Per garantire la sicurezza e la conformità normativa, il datore di lavoro deve:

  1. Identificare tutte le attrezzature di lavoro presenti;
  2. Verificare che siano conformi alla Direttiva Macchine o alle norme tecniche applicabili;
  3. Formare il personale incaricato dell’uso;
  4. Effettuare controlli e manutenzioni periodiche;
  5. Redigere documentazione tecnica e tenere i registri aggiornati.

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πŸ” La sicurezza comincia dalle definizioni: conoscerle è il primo passo per tutelare davvero i tuoi lavoratori.

Autore: DE MICCO 7 novembre 2025
Progettazione antincendio e Certificato di Prevenzione Incendi: ci pensiamo noi. Se hai un’attività, probabilmente te lo sei chiesto almeno una volta: “Devo fare il Certificato di Prevenzione Incendi? Da dove comincio? E se sbaglio qualcosa?” Tranquillo: non devi diventare un esperto di normativa antincendio. A questo pensiamo noi di Centro Sicurezza Consulenze . Il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) è l’autorizzazione rilasciata dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco che attesta che la tua attività rispetta i requisiti di sicurezza antincendio previsti dalla legge. In pratica: ti mette in regola, tutela la tua azienda, i tuoi lavoratori e i tuoi clienti ed evita sanzioni, blocchi o interventi costosi all’ultimo minuto. Come funziona, in pratica (senza complicarsi la vita) Con noi l’iter diventa semplice e guidato, passo dopo passo: 1. Verifica iniziale Ci racconti la tua attività: metrature, destinazione d’uso, impianti, magazzini, persone presenti. Noi verifichiamo se rientri tra le attività soggette ai controlli dei Vigili del Fuoco secondo il D.P.R. 151/2011 . 2. Progetto antincendio su misura Se l’attività è soggetta, prepariamo per te la progettazione antincendio completa , secondo il Codice di Prevenzione Incendi e le Regole Tecniche specifiche per il tuo settore. Il progetto è cucito sulle reali esigenze della tua azienda. 3. Pratica SCIA antincendio pronta e corretta Compiliamo e presentiamo la SCIA antincendio con tutte le relazioni tecniche, gli elaborati grafici e le asseverazioni richieste, evitando errori formali che possono rallentare o bloccare la pratica. 4. Rapporto diretto con i Vigili del Fuoco Ti affianchiamo durante eventuali sopralluoghi del Comando VVF e ti supportiamo nella gestione di eventuali prescrizioni, fino alla completa conformità. 5. Fino al rilascio del CPI Seguiamo la pratica dall’inizio alla fine, fino all’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi . Tu hai un unico referente, noi ci occupiamo di tutta la parte tecnica e burocratica. A chi ci rivolgiamo Imprese e attività commerciali Professionisti e studi tecnici Amministratori di condominio Strutture ricettive, agriturismi, ristoranti Enti pubblici e strutture sanitarie L’obiettivo è uno solo: metterti in regola senza stress , con un percorso chiaro, tempi certi e soluzioni tecniche efficaci. Vuoi capire se ti serve davvero il CPI? Ti offriamo un primo parere senza impegno : analisi preliminare della tua attività e indicazione dell’iter corretto da seguire. πŸ“ž Chiamaci subito allo 0578 738346 oppure contattaci via email dai nostri canali ufficiali: ti risponderemo rapidamente con informazioni chiare e, se lo desideri, un preventivo personalizzato . Centro Sicurezza Consulenze La tua sicurezza antincendio, seguita passo dopo passo.
Autore: DE MICCO 31 ottobre 2025
Che cos’è e perché conta Per “smaltimento rifiuti” non si intende “buttare via”: è un processo organizzato che parte dalla corretta classificazione del rifiuto e prosegue con raccolta, deposito temporaneo, trasporto, recupero o smaltimento finale. Il riferimento normativo è il D.Lgs. 152/2006 – Testo Unico Ambientale , che assegna precise responsabilità al produttore/detentore e prevede sanzioni in caso di gestione errata. Gestire bene i rifiuti significa tutelare l’ambiente, evitare rischi legali e ridurre i costi grazie a prevenzione, riuso e riciclo. Da dove si parte: classificazione e codici CER Il primo passo è sapere che rifiuto hai in mano . Ogni rifiuto riceve un codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) che ne identifica natura e pericolosità. Senza CER non puoi scegliere né contenitori, né etichette, né il percorso di smaltimento. Esempio: il toner esausto è un rifiuto speciale che, a seconda della composizione, può essere pericoloso (CER 08 03 17*). Una volta classificato, applichi la gerarchia prevista dalla legge: prima si previene la produzione, poi si riutilizza , quindi si ricicla o si recupera energia ; lo smaltimento è l’ultima opzione. Tracciabilità e soggetti autorizzati Il rifiuto non può viaggiare “in fiducia”. Si affida solo a trasportatori e impianti iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali e ogni movimento è documentato con il Formulario di Identificazione del Rifiuto (FIR) . La documentazione non finisce qui: in base ai casi servono registro di carico/scarico e MUD annuale. A regime, la tracciabilità confluirà nel RENTRI (Registro elettronico nazionale), che digitalizza l’intero percorso del rifiuto. Come organizzarsi in azienda (in pratica) Nel quotidiano funziona così: i rifiuti vengono separati alla fonte in contenitori dedicati ed etichettati ; si allestisce un’area di deposito temporaneo sicura, ordinata e accessibile al solo personale autorizzato; si verificano tempi massimi di giacenza (più stringenti per i pericolosi); si programma il ritiro con un gestore autorizzato e si archivia la documentazione . La formazione del personale è fondamentale: sapere dove conferire imballaggi , RAEE , oli , batterie , solventi o toner evita errori ricorrenti e abbassa i costi di smaltimento. Rifiuti speciali e pericolosi: cosa ricordare Alcune tipologie (oli esausti, batterie, apparecchiature elettriche, solventi, reagenti, fanghi) non possono seguire i flussi ordinari: richiedono contenitori idonei, stoccaggi separati , trasporto dedicato e impianti autorizzati al recupero/smaltimento di quella specifica categoria. È qui che si gioca la parte più delicata della conformità. Errori comuni (e come evitarli) Gli scivoloni tipici sono: scegliere un CER sbagliato , consegnare i rifiuti a soggetti non autorizzati , dimenticare FIR/registri/MUD , miscelare rifiuti incompatibili e superare i tempi del deposito temporaneo. Una mappatura iniziale dei rifiuti e procedure semplici (con check-list) abbattono il rischio. Perché farsi seguire conviene davvero Il produttore/detentore resta sempre responsabile della corretta gestione del rifiuto, anche dopo la consegna al trasportatore. Avere accanto un partner esperto significa scegliere CER corretti , costruire flussi interni chiari , selezionare gestori qualificati , tenere in ordine la tracciabilità e formare il personale. Risultato: meno sanzioni, meno costi, più sostenibilità . Come ti aiuta Centro Sicurezza Consulenze Consulenza con classificazione CER e piano di gestione per reparto. Hai dubbi su codici CER, registri o scelte operative? Contattaci πŸ“ž 0578 738346 — βœ‰οΈ info@centrosicurezzaconsulenze.net Centro Sicurezza Consulenze è al tuo fianco: essere seguiti è l’unico modo per trasformare un obbligo in un vantaggio competitivo e lavorare in piena conformità .
Autore: DE MICCO 10 ottobre 2025
🎨 Colorazione dei Caschi di Protezione: Significato e Ruoli sul Lavoro Nel mondo del lavoro, specialmente nei cantieri, nei siti industriali o nei contesti ad alto rischio, il casco di protezione non è solo un dispositivo di sicurezza , ma rappresenta anche un codice visivo fondamentale per l’organizzazione e la sicurezza collettiva . Ma lo sapevi che ogni colore di casco ha un significato preciso ? Scopriamo insieme cosa rappresentano i diversi colori e perché la loro corretta gestione può fare la differenza! πŸ› οΈ Perché i caschi hanno colori diversi? La colorazione dei caschi serve a distinguere immediatamente il ruolo o la funzione della persona che lo indossa . Questo è utile in situazioni operative, nelle emergenze o quando serve identificare rapidamente figure responsabili, esperte o esterne. Questa codifica cromatica può variare leggermente da azienda ad azienda, ma segue generalmente delle convenzioni comuni riconosciute a livello nazionale e internazionale. 🎨 Significato dei Colori dei Caschi Ecco una guida generica ai colori più comuni e al loro significato: Colore del casco di sicurezza chi lo indossa πŸ”΄ Elmetto rosso Capo cantiere o addetti alle emergenze βš™οΈ Elmetto grigio Tecnici impiantisti, elettricisti o idraulici πŸ”΅ Elmetto blu Coordinatore per la sicurezza (CSP o CSE) βšͺ Elmetto bianco Direttore dei lavori, ingegneri, architetti, tecnici coinvolti nella progettazione 🟑 Elmetto giallo Operai generici πŸ“Œ Nota : Alcune aziende adottano colori personalizzati, ma sempre con l’obiettivo di mantenere la chiarezza visiva e la coerenza organizzativa . πŸ–ŒοΈ Personalizzazione e Verniciatura dei Caschi Oltre alla funzione pratica, oggi i caschi possono anche essere personalizzati con: Loghi aziendali Nomi o codici identificativi Design distintivi o riflettenti Decorazioni artistiche (in contesti creativi o promozionali) 🎨 Tecniche di colorazione: Spray professionale : per una copertura uniforme e resistente Aerografo : ideale per dettagli artistici Adesivi o pellicole : personalizzazione veloce e removibile Vernici UV e riflettenti : per visibilità notturna o ambienti bui ⚠️ Attenzione : ogni modifica deve rispettare le normative di sicurezza , evitando di compromettere la resistenza del casco (es. con solventi aggressivi o materiali inadatti). πŸ‘·‍♂️ Il valore simbolico del colore Usare correttamente il colore del casco rafforza la cultura della sicurezza , migliora la comunicazione sul campo e valorizza ogni figura professionale. Il colore diventa così un linguaggio visivo immediato , in grado di evitare errori, incidenti e confusioni nei momenti critici. βœ… Conclusione La colorazione dei caschi di protezione è molto più di una questione estetica: è un codice funzionale , un sistema di riconoscimento e un simbolo di rispetto delle regole . Nel tuo team, nel tuo cantiere o nella tua azienda, scegliere e mantenere i colori corretti può fare davvero la differenza. πŸ‘‰ Il Centro Sicurezza Consulenze può aiutarti a ripristinare i giusti colori dei caschi nel tuo cantiere , garantendo il rispetto delle normative e delle migliori pratiche. Inoltre, possiamo fornirti caschi personalizzati con: Loghi aziendali Codici identificativi Colori specifici per ogni figura professionale Finiture speciali e riflettenti per la massima visibilità Non lasciare che un dettaglio apparentemente semplice comprometta la sicurezza: contattaci allo 0578738646 per una consulenza personalizzata o per un ordine di caschi su misura!
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