L'acqua del passato

Dott. Belmonte Michele • 18 marzo 2022

La necessità di garantire acqua potabile alla popolazione è uno dei capi saldi di ogni società che si reputi civile.


Già dai primi dopoguerra, la ricostruzione delle città era focalizzata nel perfezionare il sistema fognario e garantire acqua potabile alla popolazione di tutti i ceti sociali.

Negli anni successivi la diffusione di dubbi e perplessità sulla effettiva potabilità delle acque derivate dagli acquedotti ha portato sempre più la popolazione ad approcciarsi alle acque in bottiglia.

Con gli anni '70 del XX secolo l'acqua minerale in bottiglia conquista davvero le tavole degli italiani e porta anche le novità dell’acqua gassata e con sé le prime bevande zuccherate, le quali passano velocemente dalle bottiglie in vetro a quelle in plastica, sia per il costo più basso sia per la facilità di trasporto.

Oggi siamo arrivati ad un punto tale che la diffusione della bottiglia in plastica ha portato sia alla problematica del riciclo dei rifiuti sia alla presenza di microplastiche nei nostri mari.

La soluzione ad oggi è una sola, tornare al passato. In Italia fortunatamente il 94% della popolazione ha la possibilità di utilizzare acqua di condotta potabile che potrebbe abbattere l’utilizzo di bottiglie di plastica.


Allora perché nonostante la problematica dell’inquinamento non torniamo indietro?

L’informazione a volte errata, ha innescato nella popolazione uno scetticismo importante verso l’utilizzo dell’acqua di acquedotto. Basta dare un sorso di acqua di rubinetto e subito capiamo che è differente da quella in bottiglia sia come sensazione che come gusto. Il problema è che tutti gli acquedotti garantisco la potabilità dell’acqua fino al contatore e non fino alla effettiva utenza, dove spesso le tubazioni sono oramai obsolete e le rotture sempre più frequentemente fanno sì che quando apriamo il rubinetto possiamo trovare acqua marrone o con residui.

Un'altra nota a svantaggio è la presenza a volte eccessiva di cloro nelle tubazioni rispetto a quella in bottiglia o a elementi ferrosi dovuti alla disgregazione delle tubazioni.

Una possibile soluzione è arrivata grazie ai depuratori domestici che in pochi anni si solo evoluti con diversi sistemi: 



L’obbiettivo dal 2021 in poi, grazie anche al bonus acqua potabile che riconosce un credito di imposta del 50% della spesa fino a 1000 €, è quello di trovare per l’acqua del rubinetto un sistema di filtrazione di facile utilizzo ed economico.

Attenzione però, lo scopo non è rendere l’acqua di rubinetto potabile ma liberarla da elementi sgradevoli come cloro particelle metalliche nitrati e sostanze chimiche.

Per molte persone, la caraffa filtrante, risolve il problema dell’eccesiva presenza di cloro, quando in realtà, basterebbe lasciare l’acqua decantare e tutto il cloro evapora. Per altri la durezza dell’acqua, ovvero il suo contenuto in magnesio e calcio, è spesso percepita come un gran limite per la salute; In realtà è importante essere consapevoli che addolcire troppo l’acqua potabile non è salutare come molti credono. Può solo preservare le tubazioni di casa e renderla più buona da bere per i palati più sensibili. Se si tratta di una questione di gusto, si può scegliere un filtro che diminuisca la durezza ma senza depauperare troppo l’acqua di minerali, in particolare proprio il calcio e il magnesio. Recenti studi hanno infatti evidenziato che il calcio e il magnesio presenti nell’acqua potabile proteggono non solo dall’osteoporosi ma anche dalle malattie cardiovascolari. Ricordiamoci sempre che l’acqua potabile è una fonte di minerali preziosi: aiuta a garantirne il fabbisogno giornaliero.


Quindi perché eliminarli?

Purtroppo è proprio questo che fanno la maggior parte dei sistemi utilizzati per filtrare l’acqua potabile, dalle cartucce delle caraffe filtranti, ai più efficaci sistemi a osmosi inversa. Per non parlare poi dei depuratori dell’acqua domestici o dei filtri a sabbia: potrebbero essere utili per filtrare l’acqua del pozzo ma potrebbero essere anche controproducenti per quella potabile. La realtà dei fatti è che ad oggi nessuna soluzione è esaustiva per tutte le problematiche che a seconda del territorio possono alterare la salubrità dell’acqua. Iniziare a bere l’acqua del rubinetto è l’unico mezzo per abbandonare le bottiglie di plastica, e contribuire al benessere dell’uomo e dell’ambiente in cui vive.

Ricordiamo che per la valutazione dei rischi e per gli adempimenti normativi in materia di igiene degli alimenti la nostra Azienda fornisce ai Clienti tutta l'assistenza necessaria ed il massimo supporto con professionalità ed efficienza.

Per informazioni in merito potete contattarci all'indirizzo mail haccp@centrosicurezzaconsulenze.net o chiamare il numero 0578 738346 int. 5


Autore: DE MICCO 10 settembre 2025
I locali di lavoro seminterrati o interrati sono sempre stati al centro di dubbi e discussioni in materia di salute e sicurezza. Il D.Lgs. 81/2008 all’articolo 65 stabilisce che: πŸ‘‰ “È vietato destinare al lavoro locali chiusi sotterranei o semisotterranei”. Ma attenzione: con le ultime modifiche normative sono state introdotte deroghe importanti che, in alcune condizioni, permettono di utilizzare questi spazi. Le novità introdotte dalla Legge n. 203/2024 Dal 12 gennaio 2025 , con l’entrata in vigore della Legge 203/2024, i commi 2 e 3 dell’art. 65 del Testo Unico sono stati aggiornati. Oggi è possibile adibire a luoghi di lavoro i locali seminterrati o interrati se: βœ… le lavorazioni non producono emissioni di agenti nocivi ; βœ… sono garantite condizioni adeguate di aerazione , illuminazione e microclima ; βœ… vengono rispettati i requisiti previsti dall’ Allegato IV del D.Lgs. 81/2008 . Il datore di lavoro deve inoltre: πŸ“© inviare una PEC all’Ispettorato Nazionale del Lavoro , allegando la documentazione tecnica che attesti la conformità del locale. ⏳ Trascorsi 30 giorni dalla comunicazione , se non arrivano richieste o divieti da parte dell’INL, il locale può essere utilizzato. Definizioni pratiche Locale sotterraneo πŸ‘‰ ambiente con almeno tre pareti sotto il piano di campagna. Piano seminterrato πŸ‘‰ pavimento sotto il livello del terreno ma soffitto sopra. Piano interrato πŸ‘‰ soffitto sotto il livello del terreno. Queste differenze sono fondamentali perché determinano quando e come si applica la normativa. Chiarimenti dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro Nel 2025 l’INL ha pubblicato diverse note per chiarire la corretta applicazione della deroga: πŸ“Œ Nota n. 9740 del 30/12/2024 – prime indicazioni operative. πŸ“Œ Nota n. 811 del 29/01/2025 – focus su locali sotterranei e seminterrati. πŸ“Œ Nota n. 5945 dell’08/07/2025 – controlli e verifiche degli organi ispettivi. Cosa deve fare un datore di lavoro Per rispettare la legge e poter utilizzare i locali seminterrati o interrati in sicurezza è necessario: Verificare aerazione, illuminazione e microclima. Predisporre la documentazione tecnica richiesta. Inviare la PEC all’Ispettorato del Lavoro. Attendere i 30 giorni previsti dalla normativa. Conclusione La regola generale resta il divieto di destinare a lavoro i locali seminterrati o interrati . La deroga introdotta dalla Legge 203/2024 rappresenta però un passo avanti importante: permette di utilizzare questi spazi solo se conformi ai requisiti di sicurezza e con un controllo preventivo dell’INL. πŸ‘‰ Per le aziende, questo significa più flessibilità, ma anche maggiore responsabilità. πŸ“ž Hai dubbi o necessiti supporto? Affidati ai nostri consulenti: verificheremo la conformità dei tuoi locali, predisporremo la documentazione e gestiremo la comunicazione con l’Ispettorato. πŸ“© formazione@centrosicurezzaconsulenze.net ☎️ 0578738346
Autore: DE MICCO 3 settembre 2025
Chi lavora in campagna, tra campi e serre, è esposto ogni giorno a rischi biologici. Parliamo di possibili malattie professionali, infezioni, allergie e infortuni legati al contatto con animali, piante, terreni e attrezzature. Ecco un approfondimento in forma di Q&A per chiarire meglio il tema. ❓ Che cos’è il rischio biologico in agricoltura? Il rischio biologico è l’esposizione dei lavoratori ad agenti patogeni (batteri, virus, funghi, parassiti) presenti nell’ambiente agricolo. Questi possono causare malattie infettive, allergiche o infiammatorie. ❓ In quali attività si manifesta maggiormente? Il rischio può presentarsi in moltissime mansioni quotidiane: preparazione del terreno, semina e raccolta; innaffiature, concimazione e potatura; uso di letame, liquami e fertilizzanti; manutenzione di stalle, silos, trattori e macchinari; contatto diretto con animali e fluidi biologici; esposizione a punture di insetti o morsi di animali. ❓ Quali sono gli esempi concreti di esposizione? Contatto con terreni umidi o contaminati Punture di insetti (zanzare, vespe, api, tafani) Morsi o graffi di animali Inalazione di aria contaminata da polveri o muffe Utilizzo di strumenti taglienti contaminati Ingestione accidentale di acqua non sicura ❓ Quali malattie professionali possono derivare? πŸ‘‰ Batteriche : Campylobatteriosi, infezioni da Enterobatteriacee, alveolite allergica estrinseca πŸ‘‰ Virali : Rabbia, encefalite da virus Usutu, febbre Chikungunya πŸ‘‰ Allergiche e infiammatorie : dermatiti da contatto, orticarie, asma, disturbi respiratori da polveri, pollini, muffe e semi ❓ Come si possono prevenire i rischi? Ecco alcune buone pratiche di prevenzione: βœ… Lavarsi e disinfettarsi dopo il contatto con sostanze organiche βœ… Proteggere ferite o abrasioni con medicazioni idonee βœ… Usare acqua di irrigazione sicura βœ… Pulire e disinfettare regolarmente attrezzature e superfici βœ… Non mangiare, bere o fumare durante il lavoro nei campi βœ… Indossare sempre i DPI (guanti, mascherine, tute, scarpe, occhiali protettivi) βœ… Conservare gli indumenti da lavoro separati da quelli personali βœ… Effettuare formazione continua sulla sicurezza ❓ Cosa dice la normativa? Il D.lgs. 81/2008 stabilisce l’obbligo per i datori di lavoro di redigere il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) . In agricoltura, il DVR deve includere specifiche misure di prevenzione per i rischi biologici: protezione individuale, procedure di emergenza, formazione e sorveglianza sanitaria. βœ… Perché rivolgersi a Centro Sicurezza Consulenze? Perché non sei solo : la gestione del rischio biologico e di tutti gli adempimenti in agricoltura può essere complessa. πŸ‘‰ Noi di Centro Sicurezza Consulenze ti aiutiamo in ogni fase: Redazione del DVR Formazione e addestramento dei lavoratori Fornitura DPI idonei e certificati Sopralluoghi tecnici e consulenza personalizzata Supporto nella sorveglianza sanitaria πŸ“ž Contattaci al 0578 738346 o vieni a trovarci in Via Bolzano 14-16, Montepulciano Stazione (SI) .
Autore: DE MICCO 1 settembre 2025
Dal 1° settembre 2025 entra in vigore in tutta l’Unione Europea un’importante novità che riguarda il mondo della cosmetica e, in particolare, i prodotti per la cura delle unghie. Alcune sostanze utilizzate negli smalti semipermanenti e nei gel UV/LED sono state riconosciute come pericolose per la salute e, per questo motivo, ne è stato vietato l’uso. ✨ Quali sostanze saranno vietate? Le due sostanze messe al bando sono: TPO (Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide) : un fotoiniziatore che permette allo smalto di indurire sotto la lampada UV/LED. DMTA (Dimethyltolylamine) : un condizionante che migliora l’adesione e la durata del prodotto. Entrambe sono state classificate dall’UE come sostanze CMR di categoria 1B . πŸ‘‰ Significa che sono considerate presunte cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione . ⚠️ Cosa comporta il divieto? Dal 1° settembre 2025: Non sarà più possibile produrre, vendere o utilizzare prodotti che contengono TPO o DMTA. Il divieto è totale : riguarda sia i nuovi prodotti che le scorte già presenti nei saloni o nei magazzini . Non è previsto un periodo di transizione: i prodotti non conformi dovranno essere smaltiti e non potranno più essere utilizzati. πŸ‘©‍🎨 Chi è coinvolto? Estetiste e centri estetici : dovranno controllare attentamente l’INCI (lista ingredienti) dei prodotti utilizzati, eliminare quelli non conformi e sostituirli con alternative sicure. Consumatori : sarà importante leggere le etichette e preferire prodotti con la dicitura “TPO free” e “DMTA free” , per garantire maggiore sicurezza. πŸ›‘οΈ Perché questa decisione è importante? La misura nasce con l’obiettivo di proteggere la salute delle persone : Riduce l’esposizione a sostanze chimiche potenzialmente dannose. Tutela sia i professionisti del settore (che usano questi prodotti ogni giorno), sia i clienti che li applicano con frequenza. Promuove un mercato della cosmetica più sicuro, trasparente e sostenibile. βœ… Come ti supporta Centro Sicurezza Consulenze Non sei sola/o in questo cambiamento. Centro Sicurezza Consulenze ti accompagna passo passo per garantire che la tua attività resti conforme e sicura : πŸ“Œ Smaltimento sicuro : ti supportiamo nella gestione corretta delle scorte vietate. πŸ“Œ Consulenza normativa : ti spieghiamo nel dettaglio la normativa UE e cosa cambia per la tua azienda. πŸ“Œ Soluzioni alternative : ti guidiamo nella scelta di prodotti sicuri e certificati, già in linea con i nuovi standard. 🌍 Conclusione Il divieto di TPO e DMTA segna un passo fondamentale verso una cosmetica più sicura e responsabile . Per estetisti e consumatori, la parola chiave sarà consapevolezza : leggere le etichette, scegliere prodotti sicuri e rispettare le nuove regole. Con Centro Sicurezza Consulenze hai la garanzia di affrontare questo cambiamento senza difficoltà, con soluzioni pratiche e immediate per la tua attività. Contattaci subito: πŸ“§ formazione@centrosicurezzaconsulenze.net πŸ“ž 0578 738346
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